giovedì 12 giugno 2014

Alti compensi come garanzia di indipendenza

Caro Nordio e capi della Procura veneziana, è inutile che indaghiate Galan e gli altri della nobile compagnia del 'Mose';  nessuno di loro da Mazzacurati in giù ha mai acconsentito a richieste di qualunque genere e di qualunque provenienza che non fosse regolare e moralisima, perché la ragione dei loro alti (altissimi, giganteschi, forse spropositati) compensi, garantisce della loro impermeabilità a qualunque tentativo di  irregolarità, nella fattispecie: mazzette e ruberie.
 E, di converso,  le procure, compresa quella veneziana,  ogni volta che avranno a che fare con i poveri cristi il cui reddito non supera i 25.000 Euro lordi annui, farebbero bene ad applicare le attenuanti della irresponsabilità, non potendo quei poveri cristi, a causa dei loro bassi redditi, garantire l'impermeabilità ad ogni lusinga di  irregolarità, imbrogli ed altri casini. E' chiara la logica.
 Sulla intoccabilità al ribasso degli stipendi, dopo i magistrati, sommi sacerdoti dell'indipendenza di giudizio, è intervenuto in queste ultime ore anche Mario Draghi,  a difesa dei livelli stipendiali dei dipendenti, funzionari e dirigenti dell'Istituto centrale  della Banca d'Italia. Se si ritoccano al ribasso i loro compensi -  lo sa anche Draghi perciò che sono abbastanza alti - si mina la indipendenza generale di giudizio e vigilanza di tutti i suoi componenti. Che è fuori discussione.
Perciò, anche a seguito dell'ammonimento del presidente BCE, è inutile che le procure perdano tempo e soldi per indagare sui papaveri di ogni settore, almeno di quelli ben pagati, non troveranno mai nulla di anomalo nei loro comportamenti, che sono sempre corretti per diritto naturale. Se invece ben pagati non sono, allora procedano con le indagini.
 Per fare solo un paio di esempi, Amato non lo indagate mai, sapete che guadagna ogni mese qualcosa come 60/70.000 Euro, volete che abbia tempo anche per delinquere, qualora vi fosse costretto, già il tempo non gli basta per spendere  i 2000 Euro giornalieri che la sua indipendenza ed integrità gli fruttano; dicasi la stessa cosa di quel segretario generale dell'Assemblea siciliana - di cui per decenza abbiamo dimenticato il nome - che ha 40.000 Euro di pensione mensili; la sua integrità morale lo Stato italiano se l'è assicurata non solo per gli anni in cui era in servizio, ma anche per tutta la durata della sua dorata ma impegnativa pensione.
 Se, invece,  Nordio e compagni, vi capitasse un giorno di leggere fra le vostre carte, il nostro nome, non vi fate scrupolo, indagate pure, noi - meglio il nostro miserabile stipendio di insegnante pubblico per una vita e pensione relativa - non garantiscono  la nostra integrità amministrativa e morale. Insomma,  e noi lo sappiamo per esperienza personale,  è inutile negarlo: siamo più soggetti a tentazioni.

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