domenica 25 maggio 2014

Letto sulla stampa. Daverio;Orchestra sinfonica di roma e La Vecchia

Philippe Daverio, sul Sette di oggi, ha fatto una geniale proposta per la tutela e promozione dei nostri beni culturali, anche se cade proprio negli stessi giorni in cui il decreto legge di Franceschini con l'Art Bonus potrebbe far sperare in un  cambiamento. La validità della proposta, nonostante ciò, resta intatta ed attuale. Noi non siamo stati capaci, dice Daverio, di badare agli immensi tesori che la natura, l'ingegno, e  la storia ci hanno regalato, allora affidiamo tutto ad un commissario europeo- anzi alla stessa Europa - che magari li restaura, li custodisce come necessario e ce li riconsegni,  qualora emerga il nostro ravvedimento, sperando che questa volta non li mandiamo nuovamente in malora dopo che  alcuni ci sono giunti dopo qualche millennio, per la nostra ammirazione.
 Forse non  sarebbe da sottovalutare. E, del resto, dice Daverio, una  nazione come la nostra che abolisce il Ministero del Turismo che renderebbe molto più dello stesso Ministero del tesoro, come altro definirla se non una  nazione di citrulli?
 Sulle pagine di repubblica ( sulla romana) l'ultimo campanello d'allarme per la fine annunciata dell'Orchestra Sinfonica di Roma, fondata oltre dieci anni fa, che tiene le sue stagioni di concerti all'Auditorium della Conciliazione c che è stata diretta in tutti questi anni da Francesco La Vecchia. La fine la decreterebbe la stessa fondazione che dall'inizio si è fatta carico della sua  esistenza, e cioè la Fondazione Roma, presieduta da Emanuele Emmanuele, che ha deciso di tagliare il suo finanziamento, portandolo da 2,8 milioni a 2 milioni di Euro, mentre per gestire l'attività dell'orchestra, formata da 70 strumentisti, occorrono 3 milioni di Euro a stagione.
 Non si sono levate molte voci a favore della sopravvivenza dell?orchestra e lo stesso La Vecchia, in febbraio, si è dimesso da direttore dell'Orchestra, una decisione che avrebbe dovuto prendere da tempo per dare più possibilità all'orchestra stessa che era praticamente il  deus ex machina della stagione, con pochi altri direttori aggiunti, e non tanto di peso. Questo non ci fa naturalmente restare insensibili di fronte alla chiusura dell'orchestra. Però, a dirla in tutta sincerità, non sapremmo quale consiglio dare, a che santo votarsi? A Renzi, a Marino, e Franceschini? Manco a parlarne. Che gli frega ai tre se un'orchestra chiude? Forse Emmanuele Emanuele potrebbe ripensarci, dopo un pellegrinaggio a Lourdes? Qui serve un miracolo.

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