martedì 29 aprile 2014

Pereira in croce

Nell'articolo intervista di  qualche tempo fa della Aspesi - da sempre sfacciata fiancheggiatrice di Lissner - si coglieva, se  ricordiamo bene, l'interesse della giornalista a capire le ragioni del prossimo sovrintendente della Scala (lei che ha sempre sostenuto candidature straniere per non far cadere, suo dire, il nostro maggior teatro nel 'provincialismo' : dei salotti milanesi, diciamo noi) ed a far trapelare che dietro la montatura italiana di questo caso potevano esserci le aspirazioni dei perenni candidati in pectore alla poltrona della alla Scala. In verità, ora che ci pensiamo, crediamo di non aver letto mai un suo articolo sull'altra eccellenza milanese che è il Piccolo... chi ha orecchie da intendere intenda. Ma potremmo sbagliarci, sebbene ricordiamo perfettamente di aver letto regolarmente suoi scritti su Milano -Scala, Pesaro-Mariotti ed anche su altre situazioni e personaggi,  questi ultimi vergognosi artisticamente,  che ci hanno fatto indignare, ma mai uno sul Piccolo e sul suo reggitore, da tempo.
Il caso Pereira ha anche punti non chiari, mentre chiaro è il fatto che  assai inopportunamente Pereira  s'è mosso con Salsibrugo dove egli è tuttora in carica. Diciamo che è stata più che inopportuna questa  sua mossa e finiamola qui.
Però Pererira,  è stato nominato (ora ci viene il dubbio che non sia stato ancora nominato ufficialmente: i soliti casini italiani) da tempo per provvedere alle prossisme stagioni di Milan, con l'EXPO alle porte, visto che Lissner continua a lavorarvi ma a mezzo servizio con Parigi, dove sta organizzando anzitempo le prossime stagioni, come è giusto fare. Dunque si riteneva importante che Pereira ben prima di prendere ufficialmente il posto di Lissner lavorasse, pare a costo zero, a programmare il futuro della Scala. Se questa, dunque , è stata l'intenzione di chi gli ha chiesto da gennaio di darsi da fare a  Milano, perchè ora lo si rimprovera per l'accordo con Salisburgo? Sarebbe stata la stessa cosa se l'accordo l'avesse fatto con il Covent Garden? E Lissner, l'unico autorizzato fino ad ottobre a firmare contratti per le prossime stagioni - perchè non si può attendere fino ad ottobre- è mai possibile che lui si chiami fuori dal caso? Perchè sicuramente avrà firmato e continuerà a firmare i contratti per le opere che necessariamente Pereira deve programmare per le prossime stagioni. Allora? Ecco dove le cose non sono chiare. Pereira s'è difeso, Pisapia non gli crede fino in fondo e vuole consultare Salisburgo, per capire con esattezza quale tipo di accordo sia stato preso.
 A questo punto della storia ci viene il sospetto che il caso sia stato suscitato ad arte - premesso che Pereira ha agito con leggerezza ed anche eccessiva spregiudicatezza formale - perchè si vuole rimettere in discussione la sua sovrintendenza da parte di chi,  alla fine dello scorso anno, non era d'accordo con la sua venuta a Milano. Dunque punto e da capo, come nei peggiori esempi delle faccende italiche. E la Scala potrebbe pagare il prezzo più alto, ma non in termini economici.

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