martedì 1 aprile 2014

La radio della grande musica e la lista degli animali per le Europee

Radio Classica. Si chiama così. La ascolto ogni volta che sono in macchina e, tolta una bella percentuale, abbastanza alta, di chiacchiericcio non dissimile da quello che si ascolta in tutte le radio e che si fa subito riconoscere per il linguaggio approssimativo, i punti esclamativi continui, ed anche  le parecchie idiozie, fra le quali quella di mischiare tanta musica che meglio si ascolterebbe in compartimenti stagni, se non altro per marcarne le differenze,  tutto il resto ci sta bene. Quasi tutto. Quasi, perchè non ci vanno giù per nessuna ragione al mondo quegli spot, ai quali si sono prestati parecchi personaggi del mondo della musica, da Confalonieri e Roberto Abbado; e che suonano così stonati: 'anch'io ascolto Radio Classica, la prima radio della GRANDE musica. Fedele Confalonieri, ...Roberto Abbado.
Cosa avrebbe di tanto stonato questo spot alle nostre strane orecchie? Una parola, una parola sola, anzi un aggettivo, quel 'GRANDE' che poi viene contraddetto dai fatti, dalla musica che viene trasmessa in  alcune fasce orarie? o perchè, diciamolo chiaramente, noi vorremmo che comunque fosse sostituito dall'aggettivo PICCOLA?  La seconda delle ragioni per noi è più importante della prima. Sì, ci siamo innamorati da tempo della musica PICCOLA quella che non ha bisogno di clamori, di atletismi, di grandeur. Per fare un esempio, noi amiamo particolarmente  quella musica 'piccolissima' delle schumanniane 'Scene infantili', e pochissimo quella dei lisztiani 'studi trascendentali'. Non è che un esempio, il primo che ci viene in mente.
Ma forse  si potrebbe eliminare qualunque aggettivo e basta. Perchè quel grande ci fa venire in mente l'uso del medesimo aggettivo in circostanze agghiaccianti, come quando si dice, in tv, che 'partecipa la GRANDE orchestra',  alludendo al numero degli orchestrali, e dove dunque l'aggettivo più idoneo sarebbe la GROSSA orchestra, trattandosi di indicazione semplicemente numerica e di quantità, dove i singoli sono solitamente 'raccogliticci'.
 Quell'aggettivo che ci sta davvero antipatico fa il paio con un sostantivo che, fosse per noi, aboliremmo dal vocabolario della manifestazioni musicali:EVENTO.  CONCERTO è molto meglio di EVENTO. Si ha, e noi per primi e più di tutti, fame e sete di NORMALITA'; la grandezza, l'eccezionalità non ci interessano. Vorremmo un paese normale in cui tutto quel che si fa  lo si fa perchè è naturale, normale farlo.
 Come ad esempio  quel che si prospetta per le prossime europee. L'ex Cav. sta attendendo la sentenza del tribunale che deve decidere se mandarlo ai domiciliari o ai servizi sociali, a seguito della condanna definitiva per FRODE FISCALE- non lo dimentichiamo. L'ex Cav. nel frattempo pensa di dare gli ultimi ordini al suo partito. Ha scoperto che l'amore per gli animali è grandissimo in Italia, ed allora egli si propone come il santo protettore degli animali, sperando che tale azione umanitaria - animalaria si dovrebbe dire- aiuti il suo partito ad uscire dalle secche.  Cosa suggerirebbe la normalità in questo caso? Che il Cav ex, faccia direttamente una lista di Dudù e Dodò, e Dadà e Didì. Sicuramente gli elettori li amerebbero di più, e li voterebbero con un plebiscito generale. Li voterebbero anche perchè più sicuri e rassicuranti, più normali; a differenza di quel che ci tocca ogni giorno registrare sentendo parlare i suoi fedelissimi Gelmini, Gasparri, Brunetta, Romani, che non si sa mai quel che diranno. E comunque mai nulla di normale. Di cani e gatti, invece, sappiamo già come abbaieranno o miagoleranno.  Nessuna sorpresa.

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