venerdì 21 febbraio 2014

Tutti piangono lacrime di coccodrillo per l'amico Gianni

Volevano farlo morire prima ancora che ciò accadesse, visto che negli ambienti a lui vicini sapevano della sua malattia che l'ha condotto alla morte l'altro ieri. Inesorabilmente. Non l'hanno fatto perché hanno pensato, sebbene cinicamente,  che di lì a poco si doveva di nuovo cercare un presidente per il Teatro di Roma? Sarebbe stata una ragione 'politica' più plausibile. No. L'hanno fatto perché di lui, ormai fuori dai giochi, non importava nulla a nessuno. Stiamo parlando di Gianni Borgna, morto a 67 anni appena,  e dei suoi assassini, politici e morali, tutti della sua area politica. Oggi, il sindaco Marino come il presidente della Regione fingono di piangere per la scomparsa dell'amico Gianni. Ma che facevano Marino, la Barca e Zingaretti nei giorni in cui Gianni, proprio lui, più volte candidato alla presidenza del Teatro di Roma, s'era dovuto sfilare dalla corsa al vertice dell'Argentina, perché stufo del 'tira e molla'  e dei 'veti incrociati' dei suoi stessi compagni di partito? Si può dire che non l'hanno aiutato a tirarsi fuori dalla malattia, come forse sarebbe potuto accadere, e che l'hanno fanno morire prima che il male se lo portasse effettivamente via? Sì, si può dire.
 Siamo convinti di ciò e possiamo scriverlo apertamente perché noi con Borgna non abbiamo mai avuto rapporti lavorativi - come del resto con nessuno dell'uno e dell'altro schieramento -  e in virtù del fatto che, considerandoci attenti osservatori - nel nostro piccolo -  ci sentiamo autorizzati a parlarne apertamente.
 Quando lo fece Alemanno, non ci rammaricammo più di tanto. Che si vuole? Arriva un nuovo sindaco e cambia le persone ai vertici delle istituzioni capitoline da esso dipendenti. Questo è uno degli aspetti del 'made in Italy' politico. A nessuno importa delle capacità e della professionalità, e meno ancora dell'onestà, dei vertici di una istituzione; ogni sindaco vuole mettere i suoi, per compensarli dei servigi resi fino all'ultimo minuto della campagna elettorale, salvo poi a scoprire, a fine mandato, che quegli amministratori sopraggiunti erano delle schifezze umane e professionali. La cronaca romana, anche recentissima, è ricca di esempi.
 Alemanno scalzò di sella ( Musica per Roma) Borgna perchè troppo segnato dalla sua appartenenza al PD. Marino non lo ha voluto perché PD, preferendogli Sinibaldi per assicurarsi la radio buona amica.
 A 'Musica per Roma', Alemanno ci mise Regina come presidente;  mentre lasciò al suo posto Fuortes, amministratore delegato. Perché Fuortes era, forse, meno segnato? Ma se Fuortes ha fatto tutta la sua carriera con Veltroni e Bettini, vogliamo dire che lui, a differenza di Borgna, non è segnato politicamente? Ciao Gianni, fatti una risata, adesso che puoi, sugli integerrimi e sinceri tuoi compagni.

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