lunedì 24 febbraio 2014

Idonea per ciascun commissario. Non idonea per tutti

Bene ha fatto Gian Antonio Stella ( Sette del 21.2.2014) a segnalare l'anomalia di quanto accaduto a Elisa Bonacina, 39 anni, archeologa, che attendeva il via libera di una apposita commissione per partecipare ad un concorso per un posto di professore associato. La commissione, come stabilito  non ricordiamo da quale cavolo di ministro - ma forse è la solita Gelmini che ha rivoluzionato l'istruzione a tutti i livelli in Italia, distruggendola - deve sancire l'idoneità dei candidati a partecipare al concorso, sulla base  di titoli ed esperienze  scientifiche previste. I cinque  componenti la commissione le concedono sulla base delle sue credenziali scientifiche, la idoneità; ciascuno per sé, a fine indagine i cinque devono redigere un giudizio complessivo ed unico sulla base dei giudizi dei singoli. per la commissione ministeriali, cinque idoneità non fanno una idoneità sola. Dunque, a maggioranza, la Bonacina viene ritenuta non idonea. Ci vorrebbe la magistratura, conclude Gian Antonio Stella, Ed ha ragione. Secondo noi, ci vorrebbero i carabinieri.
Ma i carabinieri non  vanno chiamati solo per questo caso, perché di casi simili, di commissioni create ad hoc per promuovere tizio o caio, sono piene le cronache universitarie italiane e la cronaca nera di tanti giornali, senza che nessuno faccia nulla, ministero compreso, altrimenti le cose andrebbero diversamente. Sono state nel tempo denunciate commissioni pilotate;  candidati promossi ,indipendentemente dai titoli presentati; vincitori i cui nomi erano noti prima ancora di qualunque esame...  Infiniti casi, senza che nulla si faccia per stroncare questo ignobile malcostume.
Anni fa segnalammo il caso di una insegnante, moglie di un musicista, candidata con altri ad un posto di professore associato presso uan Università italiana, nota per gli studi musicali. La signora, candidata assieme ad altri, fu giudicata idonea a maggioranza, da una  commissione strutturata in maniera da garantire alla signora il posto di associato; e, ottenutolo, il presidente della commissione, noto musicologo, subito dopo, venne compensato dal di lei marito con una 'lectio magistralis' pagata profumatamente ( 70.000 Euro!!!) con soldi pubblici, trattandosi di una istituzione finanziata dallo Stato. Se qualcuno andasse a mettere il naso in quello come anche in tanti altri concorsi chissà di fronte a quante sorprese si troverebbe.
Come tante sorprese verrebbero fuori se si prendesse in esame  l'esorbitante numero di cattedre create ad hoc, per avere in università il notabile del momento. Parliamo naurtalmente,per esemplificare, dell'ambiente musicale. Tanti sovrintendenti, divenuti tali per grazia ricevuta, vanno ad insegnare all'Università come si amministra 'male' una istituzione. De Martino, un caso per tutti, insegnava in un master al Conservatorio di Santa Cecilia, come si amministra una fondazione lirica, e forse la stessa materia la insegnava anche in una delle cinquanta università romane. Una cattedra non si nega a nessuno.
 La stessa solfa regola numerosi altri settori in Italia, come quello dei direttori degli istituti di cultura all'estero. Il ministero, per avere mano libera e fare il buono e cattivo tempo, specie per molti istituti non di prima fascia,  si appella alla 'chiara fama'. Ora se si guarda semplicemente l'elenco dei direttori per 'chiara fama', verrebbe voglia di portare detto elenco in caserma per far fare una indagine sul conto di ciascuno. Ultimissima: all'Istituto di Los Angeles è stato nominato direttore un ginecologo. Il nostro paese NON CAMBIERA' MAI.

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