lunedì 27 gennaio 2014

Anche la guardia di finanza denuncia, mentre il governo fa orecchie da mercante

 Un problema che ci sta particolarmante a cuore  per il quale una possibile soluzione non si intravede neanche in fondo al tunnel delle cose irrisolte italiane, è quello del doppio o triplo impiego di  pubblici dipendenti - del  caso Mastrapasqua non non serve occuparci, lui è al di là di ogni immaginazione, sovroccupato! -  nel nostro caso di insegnanti nei Conservatori, classe alla quale fino a due mesi fa appartenevamo anche noi, che svolgono parallelamente  attività di direzione artistica o amministrativa di società ed istituzione private, finanziate anche con soldi pubblici.
La Guardia di Finanza ha denunciato, nel suo rapporto annuale, oltre mille casi di dipendenti pubblici, ad ogni livello, impegnati - contra legem - in  incarichi fuori della pubblica amministrazione, per i quali naturalmente ricevono compensi, con grave danno per lo Stato.
 Nel numero di novembre di Music@ ( si consulta su :www.consaq.it) avevamo già sottoposto all'attenzione dei lettori il caso di numerosi insegnanti di conservatorio italiani che svolgono anche altre mansioni. E l'avevamo fatto perché nel caso particolare di un insegnante del Conservatorio dell'Aquila, il tribunale aveva sentenziato che tale secondo incarico era incompatibile e perciò lo  ha condannato a restituire allo Stato i compensi 'privati' ricevuti. Anche in quel caso la Guardia di Finanza aveva  detto che l'incarico di direttore artistico in un teatro abruzzese era incompatibile con quello di insegnante nel Conservatorio aquilano, il quale  ha iscritto nella sua relazione di previsione del bilancio 2014 le somme da restituire da parte del dipendente illegalmente impiegato fuori dal Conservatorio, come stabilito da tribunale e guardia di finanza.
 Forti di queste sentenze, alla fine di ottobre, prima di decadere dal nostro incarico di dipendente pubblico, avevamo scritto alla direzione del Conservatorio dell'Aquila per investirla del caso di alcuni insegnanti aquilani impegnati in incarichi  non consentiti dalla legge. Non sappiamo quale esito abbia avuto quella nostra lettera ufficiale protocollata. Fino ad oggi i direttori del conservatori come anche il ministero hanno fatto finta di non sapere, oggi possono continuare in questa logica da struzzo, sapendo che la legge impone loro di sapere, anche informandosi direttamente in assenza di sollecitazione diretta,  di vigilare e di intervenire secondo la disciplina che regola lo status giuridico di dipendente pubblico?
 Ora invieremo analoga richiesta al ministro Carrozza ed al Capo dipartimeno AFAM, sperando di  non trovarli ancora una volta distratti perchè impegnati nello studio di altre faccende meno rognose.

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