giovedì 5 dicembre 2013

I quattro, senza arte nè parte, che la bontà di Napolitano ha elevato a senatori

Un gruppo di premi nobel in vari campi, come Gasparri ( nobel dell'Umorismo) Casellati ( Nobel per materie giuridiche), Malan ( nobel per l'invensione del sistema per agitare le  acque), e Bondi ( nobel per la poesia, tolto a Dario Fo e attrribuito a Bondi, perchè alla fine s'è scoperto che Fo non se lo meritava)  s'è esposto in prima persona all'apprezzamento ed alla considerazione generale, per aver sollevato il problema dei quattro senatori a vita nominati da Napolitano nell'ultima infornata di qualche settimana fa.  I Premi nobel hanno sostenuto che   nessuno dei quattro sarebbe stato mai nominato senatore a vita  se al Quirinale  ci fosse stato una persona diversa da Napolitano, che per età ed acciacchi, non è più tanto capace di discernere chi merita e chi no.  E dunque la nomina di quattro sconosciuti  che fanno nome Rubbia, Abbado, Piano e Cattaneo, è da ascrivere prevalentemente alla bontà di Napolitano che, alla fine del suo mandato, s'è messo in testa di  aiutare persone che nella vita non hanno combinato poi tanto, al fine di essere lui medesimo ricordato dai posteri, almeno per il suo buon cuore.
 I nobel gli hanno rivolto un appello pressante per la revoca della nomina dei quattro, perchè i poveretti - come era prevedibile - sono andati ad ingrossare le fila dei parlamentari della medesima taglia  intellettuale - cioè prossima allo zero- che hanno votato per la decadenza del grande evasore Berlusconi. Secondo i nobel il grande evasore doveva restare in parlamento per essere d'esempio: guardate come finisce uno che ha frodato il fisco: condannato a restare, egli  furbissimo, fra i 'minus habentes' - intellettualmente, s'intende,  non economicamente, perchè li paghiamo bene acciocchè non facciano danni fuori -  che occupano buona parte parte dei banchi del parlamento. Tra parentesi, abbiamo usato il latino perchè non capiscano.
Nel drappello di nobel  perchè questa volta mancava Brunetta, premiato per le sue indimenticabili ricerche in materia economica? No, anche lui, sì è fatto sentire negli stessi giorni,  anche se fuori dal gruppo, per una causa giusta; che, dal tono usato, sembra diventata ossessiva: quanto guadagna Floris. Brunetta, nobel per l'economia, intendendo difendere la RAI si domanda: perchè ad un certo punto Floris, interno alla RAI, s'è fatto fare un contratto, naturalmente molto molto più remunerativo, da esterno, ma con la clausola che qualora dovesse finire,  la Rai se lo riprende dentro ? Come dar torto a Brunetta? Lui non ne sbaglia una, altrimenti come mai gli avrebbero da tempo dato il Nobel?
Brunetta ha sempre  ragione. E il nobel se l'è meritato, più di quanto non si siano meritati l'elezione a senatori a vita i quattro poveracci.

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