domenica 1 settembre 2013

Per una volta anche i giornali si accorgono che la musica italiana all'estero ha successo

Qualche volta le lamentele servono. E' bastato che Muti  denunciasse la totale disattenzione  dei rappresentanti delle nostre istituzioni per i successi 'italiani' a Salisburgo, perchè i giornali se ne accorgessero. E già, i giornali sono colpevoli di attenta distrazione, quanto i rappresentanti delle nostre istituzioni. Che Muti sia ospite fisso a Salisburgo è cosa nota, che lo siano anche Chailly, Gatti, ed ora anche Pappano, senza dire di Cecilia Bartoli che Pereira ha coccolato nel suo teatrino -  teatrino per dimensioni, ovviamente! - di Zurigo, e, buon ultimo - ma solo a causa della sua giovanissima  età - anche Michieletto è altrettanto noto. Solo i giornali non lo sapevano. Chi si occupa di cose musicali queste cose le conosce a memoria, e l'elenco degli italiani che onorano nella musica il nostro paese fuori dai confini nazionali non si esaurisce lì. C'è anche Abbado, zio e nipote , non lo dimentichiamo; c'è Pollini,Accardo e la lista potrebbe continuare ancora con tanti altri nomi, molti dei quali grandissimi. Dai giornali, al contrario, apprendiamo che la 'grande' musica italiana è costituita da Renzo Arbore, Elio e le storie... quell'ultimo che ha vinto sanremo Mengoni (?) ecc... E' giusto quindi che abbiano a meravigliarsi e che cambino anche stile di comportamento. Come ha fatto, ad esempio, oggi, 'La repubblica', che dopo aver pubblicato un lungo articolo sul trionfo di Muti a Salisburgo nelle pagine 'romane', pentitasi del passo falso, oggi sul 'nazionale' ha riproposto un altro articolo, a mò di riparazione. Se d'ora in avanti i giornali piagnoni si decidessero a dare alla musica lo spazio che merita  la verità emergerebbe. Mentre oggi - vergogna!!!! - emerge solo quando istituzioni e festival, a pagamento, acquistano  alcune pagine per segnalare i cosiddetti 'eventi', pagine che, tirate le somme, fanno intendere come la musica dia ai giornali molto di più di ciò che i giornali danno alla musica.
P.S. il giorno in cui questi nostri grandi musicisti dovessero espatriare definitivamente, i nostri teatri e le nostre orchestre, riceverebbero altrettanti inviti all'estero?

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