venerdì 20 settembre 2013

Nastasi prende soldi dal Ministero e li dà al San Carlo di Napoli

Nastasi ha un duraturo legame con il Teatro di Napoli, lo storico San Carlo. Ci arrivò anni fa, quando andò via Lanza Tomasi per un buco di bilancio - in seguito  proprio Nastasi  lo ha pubblicamente riabilitato una volta coperto il buco ! - e lo commissariò (da commissario si è fatto il giro di parecchi teatri italiani. In tutti quelli in cui ci è andato ha sanato il bilancio, ma per un fatale destino, quegli stessi teatri si sono ritrovati in seguito ad avere altri buchi di bilancio!) ; poi quando il commissariamento finì con la nomina della sig.ra Purchia come sovrintendente e dell'illustrissimo maestro De Vivo direttore artistico, trovato nel frattempo un posto in teatro per sua moglie,  nominata  coordinatrice del Museo - e lei si chiama Giulia Minoli - Nastasi, direttore generale del Ministero, vi restò per qualche tempo ancora nel consiglio di amministrazione, come del resto aveva fatto anche a  Firenze, e poi è uscito anche dal Consiglio di amministrazione.
Stando ai dati sul FUS  di recente pubblicati da una rivistina - vogliamo ricordare che  la prima rivista a farlo fu Music@ -  veniamo a sapere  che anche quest'anno molti teatri italiani fanno con i loro complessi tournée all'estero. Si sa che queste tournée sono 'promozionali' della musica e del melodramma italiani e che per questo difficilmente portano soldi veri nelle casse dei vari teatri, salvo qualche eccezione. Ed allora i teatri chiedono al Ministero , di cui è direttore generale Nastasi, un contributo aggiuntivo a quello ricevuto per la normale attività in sede, per  contribuire agli enormi costi che una trasferta all'estero comunque comporta. Il Ministero qualche volta lo dà, ma quando lo dà è quasi sempre di manica stretta, e qualche altra volta no, come si può leggere nei dati del FUS , alle voci 'promozione della musica all'estero', in capo ai vari teatri o a Santa cecilia, che in questi ultimi anni sta viaggiando moltissimo con Pappano. Per alcune di queste trasferte i dati del FUS scrivono 'rinviato' il che vuol dire che per  l'ammontare del contributo, ma anche per la erogazione medesima, la decisione non è stata ancora presa. Che aspettano? Il Ministero, comunque, sempre da quei dati lo si rileva, avrebbe accantonato delle cifre che probabilmente serviranno a finanziare anche alcune trasferte, una volta deciso quali e la misura del contributo.
 Ma la cosa che colpisce, scorrendo sempre i dati del FUS, è che il San Carlo per  le sue tre tournée all'estero, ad Hong Kong, in Oman e a San Francisco ( dove è direttore musicale il m.Luisotti, col medesimo incarico anche al San carlo), riceverà - secondo quanto è stato deciso con tempestività e le cui cifre si possono leggere - rispettivamente 340.000 , 125.000 e 385.000 Euro. La cifra più bassa delle tre relativa alla trasferta in Oman sta forse a dire che negli Emirati hanno più soldi che altrove e che, in Oman, hanno deciso di investirli nella promozione culturale del sultanato e quindi pagano bene le trasferte. Si tratta della ragguardevole somma complessiva di 950.000 Euro. Il San Carlo, per la sua normale attività ha ricevuto quest'anno 12.618.043, a fronte dei 13.327.548, cioè a dire 700.000 Euro in meno; che evidentemente  sono ampiamente ripagati dai 950.000 aggiuntivi  ascritti alle voci 'tournèe'.
 Fatti questi conti abbiamo scorso attentamente i dati del FUS relativi agli altri teatri. L'Opera di Roma e l'Accademia di Santa Cecilia, ad esempio, per le loro tournée hanno ricevuto contributi aggiuntivi nella misura  inferiore ai 100.000 Euro per tournée, della tournée in Russia dell?'Opera non si dice  l'entità del finanziamento, ma lì c'è Muti e si sa che Nastasi ha un debole - giustificato, lo abbiamo anche noi ! - per il noto direttore. La Fenice in Giappone ha ricevuto 90.000 Euro - ma forse in Giappone pagano meglio i teatri,  mentre Torino per il Giappone ha ricevuto 250.000 Euro, e appena 85.000 per  Austria e Germania; i contributi alla Scala per le sue tournée di questa stagione non sono stati ancora decisi. Vogliamo augurarci che, almeno lì, il Ministero si comporti con la stessa manica larga che ha usato con il San Carlo. Altrimenti ci viene da concludere che Nastasi prende direttamente tutti i soldi che vuole dal Ministero, la cassa l'ha a portata di mano, per darli al suo (ex) teatro.

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