mercoledì 7 agosto 2013

Toponomastica alla vaccinara

Lorenzo Da Ponte a Roma- aveva lamentato qualche settimana fa un nostro collega- non ha una strada, una piazzetta,  un vicolo, un ponticello, uno slargo. Nella toponomastica della Capitale il suo nome non esiste. In fondo - risponderebbe qualche responsabile - chi era Da Ponte? E già: un semplice librettista, un pò abate e un pò furfante, che ha scritto  tre dei magnifici libretti per Mozart. E Mozart? A Mozart hanno trovato una stradetta dalle parti del Tiburtino, in direzione della autostrada Roma L'Aquila; Beethoven, invece, ha un viale' all'EUR.  Non è più come un tempo quando alle glorie del nostro paese intitolavano strade non periferiche e comunque gliele intitolavano. Per i musicisti avevano individuato una zona, elegante, stretta fra Villa Borghese ed il quartiere Pinciano, dove piazze e strade si chiamano Verdi, Bellini, Donizetti, Paisiello perfino.
Oggi, se vai a domandare se  a Roma c'è una strada intitolata, ad esempio, a De Chirico, ti rispondono che non lo sanno; solo qualche ben informato- come i tassinari-  ti risponderà di guardare dalle parti di Tor Sapienza e della Prenestina; e se chiedi di Ezra Pound, tanto per non fare discriminazioni razziali, devi guardare dalle parti della Bufalotta. Non vogliamo fare discriminazioni fra centro e periferia, però... la fretta con cui Mollicone, per anni a capo della commissione cultura del Campidoglio, nell'era Alemanno, si sbrigava ad indicare nuovi nomi per strade e piazze o nomi sostitutivi di quelli storici,  ci ha fatto temere che se a qualcuno fosse capitata qualche disgrazia, nello svolgimento del proprio lavoro, beh allora avrebbe potuto consolarsi (lui, più verosimilmente i suoi eredi) con una strada a suo nome. Mollicone in questo era sopraffino, come nel caso di una giovane donna malata che aveva  rifiutato le cure per portare a termine la gravidanza senza danneggiare il nascituro. Subito Mollicone ha proposto di intitolare una strada a questa eroina dei nostri tempi. Ma, forse, non era meglio che si fosse preoccupato di  risolvere qualche problema che il marito della donna e padre del piccolo avrebbe dovuto affrontare, dopo la morte della signora?  No, cogliere l'onda della commozione popolare - sacrosanta!  - e sfruttarla. Questa la tecnica che sembrava dettare quella politica toponomastica. Che dire di quando hanno proposto di togliere il nome dei Borghese dalla Villa (  da uno dei viali della villa, naturalmente!) per intitolarla ad un cantautore romano? Proseguendo.
Perchè hanno intitolato il Ponte della Musica ad Armando Trovajoli, ottimo musicista, del quale però nessuno di quei pochi che attraverseranno il ponte conosce l'identità? Non sarebbe stato molto meglio  lasciarlo come era nato 'Ponte della Musica', o magari intitolarlo ad una delle vere glorie musicali del nostro paese,sempre che il comitato preposto alla toponomastica comunale sapesse chi è Monteverdi o Palestrina o Corelli.
 E mentre pensiamo a quel ponte, ci viene in mente un'altra intitolazione, del passato, che ci ha sempre sorpresi ogni volta che abbiamo sfogliato lo stradario di Roma e ci siamo imbattuti nel nome di Luigi Petroselli, sindaco comunista della Capitale, al quale è stata intitolata - ma non da Alemanno ! - la strada che collega  via del Teatro di Marcello a piazza Bocca della Verità, che si sarebbe potuta anche chiamare 'via dell'Impero', ma certamente non via Petroselli.  Chissà cosa pensano i turisti quando apprendono che Petroselli non è stato uno dei sette re di roma, ma solo uno dei tanti sindaci, benchè amato e retto.
PietroAcquafredda  

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