sabato 10 agosto 2013

Sandro Bondi sarà il miglior ministro della cultura del prossimo governo

Tutti a dargli addosso, per aver semplicemente detto che se non si risolve il problema di Pompei e non si dà alla cultura il rilievo che merita nel nostro paese, nei prossimi mesi sarà guerra civile. Nessun politico s'era spinto a  tanto. C'è chi dice che Sandro Bondi è già stato ministro molti anni fa e che del suo passaggio  non c'è traccia. E' vero, ma  allora si trattava di difendere gli interessi di un uomo solo, il Cavaliere, da non confondere con gli interessi del Paese; e Bondi, a differenza di quello che farebbe nel prossimo governo, non si diede tanto da fare. Adesso  le cose sono cambiate. Ha capito che è in ballo il destino dell'Italia - Pompei non è che la prova generale delle grandi manovre - ed anche i destino suo e della sua compagna, parlamentare come lui, ma innanzitutto quello di moltissimi altri italiani che facendo il loro stesso mestiere politico, e sono qualche milione, portano a casa, la coppia, ogni mese qualcosa di più di 30.000 Euro. Ora ne va di mezzo l'onore. Ecco perchè non ha atteso che la sua nomina venisse ratificata dal prossimo consiglio dei ministri per dire con chiarezza come la pensa: se non risolvete - ripetiamo - il problema di Pompei e quello dei beni culturali in Italia, sarà guerra civile, ed io guiderò la rivolta. Parola di Bondi (e signora).

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