domenica 14 luglio 2013

Avanti Bray

Ursini, parlamentare PD, ha detto pubblicamente, qualche settimana fa, in un raduno sindacale nazionale  all'Auditorium di Roma, che al Ministero dei beni culturali, in questi anni hanno sbagliato praticamente tutto. Ed ha esortato il nuovo ministro Bray- che noi speriamo abbia consigliato  alla stessa maniera anche a quattr'occhi - a guardarsi dai suoi consiglieri più diretti che sono quelli di Oranghi, di Galan e di Bondi: il peggio che si sia visto sfilare in questi ultimi anni  nella sede del Collegio romano. Ursini si riferiva in particolar modo a Nastasi, direttore generale dello 'Spettacolo dal vivo' - un altro degli inamovibili italiani - che in questi anni ha fatto la politica delle Fondazioni liriche, mettendo e levando sovrintendenti, mettendo e levando Commissari straordinari, quando non  si è fatto commissario egli stesso; premiando ( Tutino, ad esempio, messo nella Commissione centrale musica) ed elogiando pubblicamente ( Gioacchino Lanza Tomasi che aveva dovuto lasciare il San Carlo) alcuni responsabili di buchi di bilancio macroscopici; emanando decreti e regolamenti che avevano come scopo quello di sbaraccare, destrutturalizzare l'intero sistema. Perchè il progetto di Nastasi, subito accolto dagli incompetenti Ministri ai quali l'ha confidato, è quello di  cancellare la gran parte dei grandi teatri dalla geografia italiana, e  di creare due o tre complessi orchestrali/corali che fanno 'le ospitate' nei vari teatri: una o due compagnie stabili che girano per la penisola. E questo progetto  già in qualche teatro si sta sperimentando, sempre con la benedizione di Nastasi: vedi il Petruzzelli di Bari, dove è stato azzerato tutto il personale artistico esistente( mentre negli uffici ci sono le stesse persone, per alcune delle quali si ravviserebbero macroscopici conflitti di interessi; ai quali vanno aggiunti altri che si è portato da Roma, senza i quali evidentemente egli non viaggia mai!) ed assunto uno nuovo, a seguito di audizioni, prevalentemente  giovane, con contratto triennale.
Non sappiamo se la sperimentazione proseguirà fino al tragico epilogo, che non sarebbe quello delle periodiche verifiche del rendimento degli orchestrali - verifiche sacrosante che dovrebbero essere fatte in ogni compagine artistica - ma quello di mandare tutti a casa e di assumerne di nuovi con nuovi contratti; il tutto per ridurre al massimo le spese -  perchè non crediamo che i giovani orchestrali abbiano stipendi in linea con la media italiana - e  lasciando  che la gran parte dei fondi venga spesa per le regie 'moderne' che il Commissario Fuortes sta  proponendo al pubblico barese.
Bray, intanto, un primo altolà ad un suo alto dirigente l'ha dato,  facendo rimangiare alla dott. Antonia Pasqua Recchia ( la stessa che avrebbe miracolosamente salvato il MAXXI in pochi mesi!) il decreto che voleva i sovrintendenti di Musei, Gallerie statali, Siti archeologici e monumentali con contratto triennale. Via quel decreto. Ora ci si attenderebbe che  qualche altolà, al prossimo passo falso, lo desse anche a Nastasi, secondo il consiglio esplicito di Ursini. Anzi forse lo ha già dato, quando ha decretato che il saldo del FUS venisse immediatamente corrisposto alle fondazioni liriche, già bistrattate dal ministero di Nastasi -  è chiaro che è lui il vero ministro, se il ministro che ha giurato nelle mani del presidente della Repubblica non ha competenza in materia. Sì, è proprio così, Nastasi ha sempre tenuto sotto schiaffo le Fondazioni liriche non allargando fino all'ultimo momento, i cordoni della borsa. Nastasi deve lasciare il Ministero - questo sarebbe una bella notizia ed una sacrosanta rotazione - per la stessa ragione per cui si voleva  che  i Sovrintendenti  e  i Direttori di Musei  non restassero per più di tre anni al loro posto: per evitare, si argomentava, combriccole, camarille, comitati di affari - come tanti se ne conoscono nell'ambiente musicale, dove fanno carriera solo quelli che hanno il lasciapassare di Nastasi, unito a quello del suo  più importante sponsor/protettore, come ci hanno fatto sapere, anche di recente, le cronache cagliaritane, a proposito della nomina dell sig.ra Crivellenti a sovrintendente della Fondazione lirica, dove lavorava alla biglietteria. 
Ma Bray ha anche proposto, accogliendo un'idea venuta fuori proprio in quella riunione all'Auditorium di Roma, per bocca del sovrintendente Chiarot, di costituire un fondo dal quale le fondazioni in difficoltà possono attingere dopo aver presentato un piano 'industriale' (riorganizzazione) ed un piano di rientro dal deficit con conseguente restituzione della somma prestata, ma a tasso vicino allo zero, lo stesso tasso al quale la BCE ha dato soldi al sistema bancario italiano. Innanzitutto per salvare il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, le cui sorti pare non freghino  assolutamente al sindaco Renzi,  distratto dagli affari della sua città, per via delle varie candidature (segretario Pd, premier ). A Bray chiediamo più coraggio e di proseguire, non ascoltando i consiglieri.
Pietro Acquafredda

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